I motivi dell’imballaggio di plastica della rivista «rara»

Non è una scelta semplice...
Il tema della plastica scuote l’opinione pubblica: le isole di sacchetti che galleggiano in pieno mare e la fauna che ne muore per soffocamento hanno impresso immagini orribili e indelebili. Anche ProSpecieRara è sensibile a questa importante questione e non vuole promuovere l’utilizzo della plastica, ciononostante ci sono diversi aspetti che dobbiamo considerare.
Oltre alla sovrapproduzione di plastica è altrettanto imputabile il sistema di smaltimento e riciclo dei rifiuti, spesso inadeguato. L’involucro di polietilene (PE) che riveste le nostre riviste per la spedizione, non inquina la natura se viene correttamente cestinato dai nostri abbonati.

Microplastiche: genesi di un problema
La plastica diventa un problema quando non viene smaltita correttamente. Comportamenti sbagliati come il littering generano le microplastiche: i pezzi di plastica abbandonati nei prati e nei boschi si degradano sotto l’effetto del vento, della pioggia e dei raggi UV. Anche l’erosione dei pneumatici sulla strada o le vernici usate per demarcare corsie o posteggi sono fonti di microplastiche, che si trovano pure nei tessuti sintetici e in diverse lozioni per il corpo, i capelli, i denti ecc.

Direttive e impronta ecologica
Prima di decidere come inviare la nostra rivista abbiamo considerato le esigenze della Posta e le possibili varianti. Dall’inizio del 2019 la Posta impone l’imballaggio delle riviste. Da parte nostra abbiamo valutato l’alternativa di una spedizione della rivista in buste di carta: sorprendentemente l’EMPA (il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca) ha dimostrato che il bilancio ecologico della copertura in plastica è del 20% inferiore rispetto alla busta di carta (Ökobilanz von Verpackungsvarianten für das WWF-Magazin, büro für umweltchemie, Michael Pöll, April 2002 e qui e Ufficio federale dell'ambiente UFAM, 2021, qui). Il motivo è il costo energetico di produzione della carta a partire dalla risorsa del legno, che in ultima analisi emette più CO2 rispetto al processo che porta alla sottile pellicola di plastica.

Nessuna pellicola da risorse rinnovabili
I polimeri prodotti dall’amido di mais e di patate sono riciclabili (seppur lentamente) e rinnovabili. ProSpecieRara è però critica sull’utilizzo di derrate alimentari per la produzione di beni non commestibili, perché l’esperienza degli agrocarburanti ha avuto conseguenze devastanti sui prezzi del cibo nei paesi poveri e anche ripercussioni ambientali.

Continuiamo a vagliare le alternative
Dall’inizio del 2019 la pressioni delle organizzazioni ambientaliste sulla Posta ha permesso di allentare le direttive sugli imballaggi di plastica. A questo proposito abbiamo discusso con un rappresentate della Posta la possibilità di una spedizione senza imballaggio: sarebbe di principio fattibile. Una seconda riflessione concerne però l’esigenza di allegare alla rivista una lettera di raccolta fondi (si tratta di una comunicazione personalizzata con una cedola di versamento), che qualora fosse spedita separatamente andrebbe a creare ulteriori emissioni di CO2.

Allo stato attuale (aprile 2019) ProSpecieRara ha deciso di continuare a spedire la rivista «rara» imballata nella pellicola di plastica, perché il polietilene ha dimostrato una minore impronta ecologica.

Il team ProSpecieRara