Disciplinamento della commercializzazione delle sementi in Svizzera e in Europa

All’origine dei disciplinamenti della commercializzazione delle sementi c’era il compito di diritto pubblico di aumentare la produttività dell’agricoltura. Con il tempo sono nate prescrizioni discriminatorie che oggi minacciano la diversità delle varietà e che accentrano la sicurezza alimentare nelle mani di pochi. Alcuni Paesi si stanno tuttavia muovendo nella direzione giusta e hanno apportato importanti correttivi.

In origine, i disciplinamenti della commercializzazione delle sementi avevano innanzitutto lo scopo di mettere a disposizione degli agricoltori/delle agricoltrici varietà più produttive sotto forma di sementi di qualità ineccepibile. Fino agli anni 1960, in Svizzera avevano più che altro carattere di raccomandazione, la cui implementazione era affidata alle cooperative. La prima vera base legale è stata creata solo nel 1998 nel quadro della Legge sull’agricoltura, per l’attuazione della quale è stata emanata l’Ordinanza del DEFR sulle sementi e i tuberi-seme.

Una legge che passa il segno
La legislazione europea vigente sancisce in generale che solo le varietà figuranti in un catalogo ufficiale possono essere commercializzate.* Se tutti i Paesi vi si fossero attenuti senza compromessi, innumerevoli antiche varietà locali e nazionali non destinate al commercio sovraregionale, e quindi non inserite in alcun elenco, sarebbero state spinte nell’illegalità e sarebbero scomparse dal sistema di scambi locali. Le sementi di tali varietà venivano infatti passate localmente da un agricoltore/un’agricoltrice all’altro/a e da un giardiniere/una giardiniera all’altro/a. Chiederne l’inserimento negli elenchi ufficiali sarebbe stato troppo oneroso e costoso.

I selezionatori/le selezionatrici o gli agricoltori/le agricoltrici nonostante tutto intenzionati a veder figurare le loro varietà tradizionali negli elenchi richiesti si scontravano poi con altri ostacoli. Per essere ammessa, la varietà doveva essere chiaramente «distinta» da quelle già figuranti nell’elenco, «omogena» e «stabile» (i cosiddetti criteri DUS, dall’inglese distinctness, uniformity, stability). Le varietà tradizionali non soddisfano in particolare il parametro dell’omogeneità, stabilito pensando solo ed esclusivamente alle varietà più moderne, perché per l’agricoltura tradizionale non è mai stata un criterio di selezione.

Con la rapida scomparsa di queste varietà, sono andate perse anche le conoscenze sul loro utilizzo e sulle loro caratteristiche in termini di sapore e coltivazione, provocando un’uniformità e una monotonizzazione senza pari delle varietà commerciate a livello mondiale.

Se oggi troviamo ancora varietà tradizionali nei mercati locali è perché a livello nazionale sono state create qua e là possibilità legali di lasciare delle nicchie nelle quali il commercio e lo scambio sono consentiti.

* Con «commercializzazione» si intendono tutte le attività che comportano il passaggio in qualsiasi forma di sementi e tuberi-seme da una persona a un’altra. Anche scambiare o regalare sono considerate forme di commercializzazione.

La dipendenza di molti da pochi
Le varietà antiche sono tutte in grado di produrre una discendenza fertile. Le varietà moderne ammesse sono invece per lo più ibridi, però sono proprio questi ultimi a definire l’immagine della varietà agli occhi di coloro che formulano le prescrizioni di legge. Gli ibridi si contraddistinguono per un’elevata produttività e – a differenza della maggior parte delle varietà antiche – da un’elevatissima omogeneità nella prima generazione. Ma non producono una discendenza utilizzabile. Gli agricoltori/le agricoltrici sono pertanto costretti ad acquistare le sementi a caro prezzo dai produttori. Se nei Paesi industrializzati in genere questa prassi non costituisce un problema eccessivo, nei Paesi in sviluppo e soglia mette a repentaglio l’esistenza di chi vive dei frutti della terra. La rigida applicazione dei criteri DUS voluta dalla legislazione europea comporta indirettamente la totale dipendenza di molti da pochi attori.

La revisione dell’Ordinanza del DEFR sulle sementi e i tuberi-seme
In Svizzera è stato possibile evitare questa deriva. A seguito della revisione del luglio 2010 dell’Ordinanza del DEFR sulle sementi e i tuberi-seme, è stata introdotta la categoria «varietà di nicchia». In questo modo, gli agricoltori/le agricoltrici possono offrire ai consumatori/alle consumatrici una vasta scelta di ortaggi per i quali con l’Ordinanza previgente non avrebbero mai ottenuto l’autorizzazione alla commercializzazione. Il settore amatoriale – ossia quello delle sementi vendute in piccole quantità – è stato esentato da qualsiasi obbligo di registrazione. Se notificate come di nicchia, antiche varietà commerciali, nazionali e locali, nonché varietà per le quali sono scaduti il brevetto o la protezione possono essere commercializzate liberamente in quantità maggiori in virtù di una procedura semplificata. Questo valido compromesso è anche il frutto della campagna lanciata da ProSpecieRara «Diversità per tutti», che ha goduto di un ampio sostegno, e della disponibilità alla cooperazione delle autorità.

Duro dibattito in seno all’UE
La «pace delle sementi» che regna in Svizzera non è per nulla scontata, come dimostra il duro dibattito su una nuova e migliore direttiva sulle sementi per l’enorme mercato agrario europeo che ha tenuto banco in seno all’UE fino al 2014. Mentre un fronte voleva autorizzare con una procedura d’esame onerosa e costosa solo le varietà ad alta prestazione protette o brevettate, l’altro chiedeva la maggiore diversità possibile delle varietà commercializzate e auspicava nel limite del possibile l’assenza di prescrizioni.

L’11 marzo 2014, la proposta della Commissione europea di consentire la vendita soltanto di sementi registrate a livello europeo e figuranti in un registro centrale è stata chiaramente respinta con 650 voti contro 15. Da allora non sono più state intavolate trattative. ProSpecieRara continua tuttavia a seguire gli sviluppi, considerato che a medio termine la legislazione europea influirà sicuramente sul disciplinamento attuato in Svizzera. L’ideale sarebbe raggiungere anche a livello europeo le libertà nella commercializzazione delle sementi vigenti in Svizzera.

Che rilevanza hanno per ProSpecieRara i disciplinamenti della commercializzazione delle sementi?
Un disciplinamento delle sementi liberale che consenta una coltivazione, uno scambio e una vendita più liberi possibile anche di varietà antiche e non omogenee è di vitale importanza per il lavoro di ProSpecieRara. Senza tale libertà, la diversità non raggiunge i campi e gli orti, e non può più essere conservata da agricoltori/agricoltrici e giardinieri/giardiniere. Per questa ragione, ci impegniamo sul piano nazionale ed europeo nel quadro dell’associazione registrata a Bruxelles Coordinamento Europeo – Liberiamo la Diversità! (EC-LLD, dall’inglese European Coordination – Let’s Liberate Diversity!) in favore di disciplinamenti al servizio della diversità. ProSpecieRara siede nel Comitato dell’associazione composto di quattro persone.