Il Trattato FAO sulle risorse fitogenetiche

Il Trattato FAO sulle risorse fitogenetiche è la convenzione internazionale più importante per la conservazione e l’utilizzo sostenibile delle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura. Esso disciplina anche l’accesso alle raccolte di sementi e la ripartizione dei benefici. Purtroppo ha ancora parecchi punti deboli.

Nel 1983 è stato approvato in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO, dall’inglese Food and Agricolture Organization of the United Nations) l’Impegno internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (International Undertaking on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture), la prima convenzione internazionale che si poneva come obiettivo la conservazione della diversità delle sementi e che disciplinava sotto l’egida della FAO l’accesso alle grandi banche dei semi. All’epoca si ammisero per la prima volta l’erosione sempre più rapida della diversità, fondamentale per la sicurezza alimentare a lungo termine, e l’urgenza di misure incisive a livello internazionale.

Patrimonio dell’umanità, brevetti o diritti degli agricoltori/delle agricoltrici?
L’Impegno internazionale si fondava sul principio che le risorse fitogenetiche costituiscono un patrimonio dell’umanità e per questa ragione devono essere ottenibili senza limitazioni. Nei successivi 10-15 anni, si è assistito allo sviluppo di due tendenze opposte:

  • negli anni 1980 sono state brevettate le prime piante e sequenze genetiche;
  • per tutta risposta, nel 1992 è stata adottata la Convenzione sulla diversità biologica, la cui direttiva principale impone la condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche con i Paesi d’origine.

All’adozione della Convenzione è stato anche stabilito che occorreva ridisciplinare l’accesso alle banche dei semi e la questione dei diritti degli agricoltori/delle agricoltrici (Farmers’ Rights).

La rielaborazione dell’Impegno internazionale iniziata nel 1994 si concluse nel 2001 dopo molti anni di difficili trattative e sfociò nel Trattato FAO sulle risorse fitogenetiche.

Gli elementi principali del Trattato FAO
Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (ITPGRFA, dall’inglese International Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture) è stato approvato durante la Conferenza della FAO tenutasi a Roma nel 2001. In Svizzera è entrato in vigore il 20 febbraio 2005. Finora vi hanno aderito 147 Paesi. Russia e Cina sono le grandi assenti.

Il Trattato FAO persegue gli obiettivi seguenti:

  • le risorse fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura, che costituiscono la base degli alimenti di tutto il mondo, devono essere conservate e utilizzate in modo sostenibile;
  • lo straordinario contributo degli agricoltori/delle agricoltrici alla conservazione e allo sviluppo delle risorse fitogenetiche deve essere riconosciuto, e i diritti che ne conseguono (Farmers’ Rights) devono essere rispettati;
  • la dimensione mondiale degli accordi deve facilitare agli agricoltori/alle agricoltrici, ai selezionatori/alle selezionatrici e agli scienziati/alle scienziate l’accesso alle risorse fitogenetiche;
  • i vantaggi derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche devono essere condivisi con i Paesi d’origine di tali risorse e con gli agricoltori/le agricoltrici che hanno creato e conservato la diversità.

Il sistema multilaterale
Il sistema multilaterale di accesso e di ripartizione dei vantaggi è un pilastro centrale del Trattato: disciplina l’accesso semplificato alle grandi raccolte internazionali di sementi e l’accesso alle raccolte nazionali dei Paesi membri per 64 piante coltivate importanti (assieme costituiscono circa l’80 per cento della base alimentare vegetale), nonché la ripartizione dei vantaggi derivanti dal loro utilizzo. Le aziende produttrici di sementi sono infatti chiamate a reimmettere nel sistema una parte degli utili che ricavano dall’utilizzo commerciale di queste risorse. Tali fondi devono essere utilizzati per attuare il Piano d’azione mondiale e andare così a beneficio in primo luogo degli agricoltori/delle agricoltrici dei Paesi del Sud.

Il sistema presenta tuttavia ancora numerosi punti deboli: molte raccolte di risorse genetiche non vi sono ancora state integrate, non c’è alcun controllo sui brevetti rilasciati illecitamente e finora sono stati effettuati pochissimi versamenti obbligatori nel fondo. Durante una seduta dell’organo direttivo del settembre 2013 è stato deciso di avviare le trattative per la riforma del sistema multilaterale. Le trattative sono tuttora (2019) in corso.

Che rilevanza ha per ProSpecieRara il Trattato FAO?
L’obiettivo del Trattato, conservare e utilizzare in modo sostenibile la diversità delle piante coltivate, coincide con quello di ProSpecieRara. Il fatto che con il Trattato pure gli Stati membri (tra cui la Svizzera) si impegnano a raggiungere questo obiettivo va a sostegno del nostro lavoro sul piano nazionale e internazionale. Anche il riconoscimento dei diritti degli agricoltori/delle agricoltrici, ad esempio il diritto alle conoscenze tradizionali o quello a riprodurre, scambiare o vendere sementi, è fondamentale per l’utilizzo sostenibile delle piante coltivate.
La nostra attività è però influenzata soprattutto dal sistema multilaterale, che disciplina l’accesso alle sementi. Molte varietà ProSpecieRara sono state dichiarate dalla Confederazione degne di essere conservate e sono così parte di tale sistema. Ciò significa che tutti coloro che desiderano utilizzarle a scopi di ricerca o miglioramento genetico devono riconoscere l’accordo tipo di trasferimento di materiale (SMTA, dall’inglese Standard Material Transfer Agreement).

Da ultimo, ma non per ordine d’importanza: che cosa è oggetto di trattative e disciplinamento, e dove?
Poiché durante l’elaborazione del Trattato FAO non sono state incluse nel sistema multilaterale tutte le piante coltivate per l’alimentazione e l’agricoltura, la situazione non è molto chiara. In generale vale: a tutte le risorse, delle quali accesso e ripartizione dei benefici non sono disciplinati in un contratto specifico (come il Trattato FAO), si applica il Protocollo di Nagoya.

Anche la Commissione della FAO sulle risorse genetiche per l’alimentazione e l’agricoltura (CGRFA, dall’inglese Commission on Genetic Resources for Food and Agriculture) svolge un ruolo importante perché qui vengono discusse le misure per la conservazione e l’utilizzo sostenibile di tutte le risorse genetiche rilevanti per l’alimentazione e l’agricoltura (inclusi animali marini, foreste, animali da reddito, impollinatori ecc.). Tra i suoi compiti figurano l’allestimento di rapporti sullo stato della diversità e l’elaborazione di piani d’azione mondiali per fermare l’erosione della biodiversità.

 

Conservazione e utilizzo sostenibile

Accesso e ripartizione dei benefici

64 piante coltivate figuranti nell’elenco del sistema multilaterale

Trattato FAO
(CGRFA)

Trattato FAO/p>

 

Tutte le altre piante coltivate

Trattato FAO
(CGRFA)

Protocollo di Nagoya*
(CGRFA)

Piante ornamentali

Convenzione sulla diversità biologica

Protocollo di Nagoya

Animali da reddito

Convenzione sulla diversità biologica
(CGRFA)

Protocollo di Nagoya
(CGRFA)

 

* In Svizzera, per l’accesso a queste piante coltivate si ricorre anche all’accordo tipo di trasferimento di materiale del Trattato FAO